Per la prima volta una perizia parla apertamente di omicidio per quanto riguarda la morte di David Rossi, l’ex capo della comunicazione del Monte dei Paschi di Siena. “Quando è precipitato qualcuno lo teneva per il posto sinistro”, ha dichiarato il tenente colonnello Alfredo Gregori, consulente della commissione d’inchiesta bis sul caso, illustrando la relazione tecnica del Ris dei Carabinieri. Le indagini erano state archiviate nel 2016 dalla Procura di Siena, che sosteneva la tesi del gesto volontario.
La svolta sulla morte dell’ex capo arriva dopo nove mesi di sopralluoghi, simulazioni ed elaborazioni computerizzate. Era la sera del 6 marzo del 2013 quando Rossi era precipitato dalla finestra del suo ufficio nella sede della Banca, al terzo piano di Palazzo Salimbeni. MpS era stata salvata tre volte negli ultimi dieci anni con interventi pubblici. Per la famiglia troppi aspetti andavano chiariti, si era sempre opposta all’archiviazione.
Per Gianluca Vinci, presidente della commissione parlamentare d’inchiesta bis sulla morte di Rossi, “la pista adesso è quella dell’omicidio o dell’omicidio come conseguenza di altro reato, sicuramente l’hanno tenuto appeso fuori dalla finestra e le lesioni che ha sul polso sono state create o perché in maniera estorsiva volevano esporlo fuori dalla finestra per spaventarlo e poi ritirarlo all’interno, oppure è stato lasciato andare, in ogni caso si può comunque parlare di omicidio”.
“Era appeso al balcone con qualcuno che prima di perdere la presa lo teneva per il polso sinistro provocando le lesioni e il distacco dell’orologio”, ha aggiunto Gregori che ha illustrato i risultati delle perizie con il medico legale Robbi Manghi. Rossi aveva tre ferite sanguinolenti all’altezza della cassa dell’orologio, caduta prima del cinturino secondo quanto sarebbe emerso dal filmato. Anche una perizia di parte, realizzata da un ingegnere specializzato in virtual crash, avvalorerebbe la tesi dell’omicidio. Carolina Orlandi, figlia della vedova di Rossi, chiede la riapertura delle indagini.