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Aggressione al giornalista Andrea Joly, condannati quattro militanti di CasaPound: un anno di carcere per lesioni

Aggressione al giornalista Andrea Joly, condannati quattro militanti di CasaPound: un anno di carcere per lesioni

Quattro condanne per gli imputati alla sbarra per l’aggressione ai danni del giornalista de La Stampa Andrea Joly. È la sentenza del giudice di Torino Luca Barillà, che ha condannato ad un anno ciascuno i quattro appartenenti al circolo di CasaPound Asso di Bastoni che si resero protagonisti del pestaggio del cronista la sera del 20 luglio 2024.

Joly venne circondato e poi picchiato dopo aver filmato l’evento, un raduno dell’estrema torinese, davanti alla sede del circolo in via Cellini.

Sul banco degli imputati, per lesioni aggravate e violenza privata, sono finiti Euclide Rigato, Marco Berra, Igor Bosonin e Paolo Quintavalla. Solo a Bosonin, già candidato a sindaco a Ivrea con CasaPound e candidato consigliere comunale con la Lega, è stata revocata la condizionale.

Il giudice ha accolto l’impianto accusatoria e le richieste di condanna del pubblico ministero Paolo Scafi. Barillà ha poi stabilito che il danno sarà liquidato in sede civile. Nel frattempo, ha riconosciuto 3 mila euro a titolo di provvisionale alla Stampa Subalpina e all’Ordine regionale del Piemonte, e altri 1.500 euro alla Federazione Nazionale della Stampa e all’Ordine nazionale dei Giornalisti.

“Il risarcimento disposto dal giudice – hanno annunciato il presidente regionale dell’Ordine dei Giornalisti Stefano Tallia e la segretaria della Subalpina Silvia Garbarino – sarà utilizzato per costituire un fondo a livello regionale per sostenere i giornalisti vittime di aggressioni e di querele temerarie”.

La difesa dei militanti di CasaPound ha annunciato che ricorrerà in Appello. Sulla vicenda si era espresso anche il presidente del Senato Ignazio La Russa, con parole che provocarono un polverone politico: per la seconda carica dello Stato se Joly si fosse dichiarato giornalista presumibilmente non sarebbe stato picchiato. “Non sto giustificando niente” disse in una conferenza stampa, ma “non credo che il giornalista passasse lì per caso”.

Sulla vicenda la premier Giorgia Meloni aveva utilizzato parole ben diverse da quelle della seconda carica dello Stato La Russa. In una nota pubblicata poche ore dopo l’emergere della vicenda Meloni aveva espresso “solidarietà” a Joly, definendo “inaccettabile” l’aggressione ai suoi danni. “Un atto di violenza che condanno con fermezza e per il quale mi auguro i responsabili siano individuati il più rapidamente possibile”.