Benjamin Netanyahu ha chiesto la grazia al presidente della Repubblica per una serie di reati di tipo economico dei quali è accusato. Avrebbe concesso favori a dei grandi gruppi industriali, in cambio di regali costosi o di appoggio in alcune campagne di stampa in politica interna. Netanyahu ha chiesto una grazia speciale, che in Italia non esiste: la grazia preventiva. Cioè una decisione del presidente della Repubblica che sospende, anzi cancella, il processo che è in corso contro di lui da quasi dieci anni.
La cosa non mi scandalizza. Io sono sempre stato favorevole alla concessione della grazia. Per chiunque. La cosa che davvero mi stupisce e non capisco come non possa sollevare un grande scandalo è che Netanyahu sia preoccupato per un processo per reati molti simili al traffico di influenze -cioè fuffa – e non sia invece per niente preoccupato per le accuse di genocidio che pendono sul suo capo, non per iniziativa dei magistrati israeliani ma per una decisione della corte internazionale dell’Aja. Netanyahu è sotto accusa per aver ricevuto alcuni regali indebiti e per avere ordinato azioni militari che hanno provocato 70 mila morti, in grande maggioranza civili, in buona parte bambini. Ma quella che la magistratura israeliana considera la sua colpa grave è il traffico di influenze, non la strage, l’omicidio, il genocidio.
So benissimo che la possibilità di definire “genocidio” le stragi di palestinesi è molto discussa. Io stesso ho dei dubbi sull’uso di questa parola. Però non mi pare che si possa discutere sulla parola “sterminio”, del quale Netanyahu è stato autore, né sulla parola “terrorismo”. Non so quanti di quei 70 mila morti accertati siano stati uccisi mentre non solo non stavano combattendo e non erano armati, ma mentre svolgevano le normali attività che tutte le persone svolgono ogni giorno: parlare, giocare, studiare, lavorare, pregare, curarsi in ospedale.
Cosa è il terrorismo? Una forma di lotta armata che anziché colpire i militari nemici colpisce i civili e persone che non possono difendersi. Certamente molti degli attacchi Israeliani a Gaza sono atti di terrorismo. Possiamo calcolare che nel migliore dei casi il terrorismo ordinato da Natanyahu all’Idf abbia prodotto almeno 50 mila morti. Cosa volete che siano 50 mila morti – molti bambini, gli ultimi uccisi non a Gaza ma in Libano mentre giocavano a pallone – di fronte a una cassa di champagne illegale? È la nuova etica.