È “una squadra che sicuramente è alla nostra portata” l’Irlanda del Nord. Lo ha detto l’allenatore della Nazionale Gennaro Gattuso, a RaiSport, subito dopo il sorteggio che ha decretato i britannici come sfidanti dell’Italia alla semifinale dei playoff per partecipare ai Mondiali del 2026 tra Stati Uniti, Canada e Messico. “Ce la giochiamo in una partita secca. Sono molto forti fisicamente e giocano sulle seconde palle tantissimo. Servirà una grande partita ma ce la possiamo giocare”.
Gara ad alta tensione quella in programma a marzo: gli Azzurri si giocano la qualificazione in un doppio turno a partita secca dopo aver fallito l’approdo a due edizioni consecutive dei Mondiali, quelli in Russia nel 2018 e quelli in Qatar nel 2022. Scansate sia Svezia che Macedonia del Nord, le due Nazionali che avevano condannato l’Italia al momento più buio della sua storia. A scandagliare nella storia spunta un altro precedente inquietante: quello del 1958, quando i Mondiali si giocarono in Svezia. Contro chi perse la partita decisiva per la qualificazione l’Italia?
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Quel girone era composto da tre squadre. Italia, Irlanda del Nord e Portogallo. Gli Azzurri arrivavano da due eliminazioni al primo turno nelle edizioni precedenti. Allenatore era Alfredo Foni, ex terzino della Juventus, vincitore dei Mondiali del ’38. In campo gli oriundi Juan Alberto Schiaffino, Dino Da Costa e Alcides Ghiggia. L’Irlanda del Nord non aveva mai giocato i Mondiali.
Andata e ritorno. La prima l’Italia la giocò in casa e la vinse. In casa aveva vinto anche contro il Portogallo mentre a Lisbona aveva perso 3 a 0. Il ritorno si giocava allo stadio Windsor Park di Belfast. I padroni di casa avevano vinto in casa con il Portogallo, pareggiato fuoricasa con i lusitani e perso 1 a 0 in Italia. Due risultati su tre a disposizione dell’Italia, gli irlandesi del Nord invece avrebbero dovuto soltanto vincere. Si giocò il 15 gennaio del ’58.
Due gol dei padroni di casa nel primo tempo, uno degli italiani nel secondo tempo. 2 a 1. Quella partita divenne famosa come “la disfatta” o “il disastro di Belfast”. Per la prima volta tutte le federazioni del Regno Unito – Inghilterra, Scozia, Galles, Irlanda del Nord – andarono ai Mondiali. Quella Coppa del Mondo passò alla storia per aver rivelato il talento straordinario del fuoriclasse brasiliano Pelé, che ancora non aveva compiuto 18 anni e già fu protagonista perfino in finale.
Questa volta si giocherà in Italia però, molto probabilmente a Bergamo. L’eventuale finale si giocherà fuoricasa. “Pensiamo solo alla prima partita. Sappiamo che squadre sono Galles e Bosnia, i primi avrebbero uno stadio che spinge molto mentre nel secondo caso giocheremo in stadi non all’avanguardia. Pensiamo alla semifinale, poi vedremo”. L’Italia ha chiuso il girone con una brutta sconfitta allo Stadio San Siro di Milano contro la Norvegia, 1 a 4. “Tra quattro o cinque giorni, quando ci riprenderemo dalla figuraccia che abbiamo fatto, parlerò con i giocatori e andrò a trovare chi giocherà all’estero. Spero ci venga data una data per lo stage, ma penso di sì. Voglio stare a contatto con i ragazzi”.