Tra Lega e Forza Italia siamo ancora una volta allo scontro, l’ennesimo della legislatura che vede i due partiti costantemente l’uno contro l’altro alla spasmodica ricerca di quei voti necessari per superare l’altro come seconda forza di coalizione dietro Fratelli d’Italia.
L’ultimo oggetto di diatriba è un tema da sempre caro agli italiani, una delle tasse più odiate dai contribuenti: il canone Rai.
Tutta colpa del blitz dell’ultimo minuto del Carroccio, che ha inserito tra i loro 67 emendamenti “segnalati” alla legge di bilancio, quelli con priorità secondo il partito, il taglio del canone. Inserimento con espediente, spiega Repubblica: il termine per il deposito è scaduto la settimana scorsa, così la richiesta è stata agganciata a un testo già presentato in commissione Bilancio.
Ma al di là del “tecnicismo” politico, ciò che conta è il contenuto del testo e le sue conseguenze: la proposta leghista chiede una diminuzione del canone di 20 euro, recuperando la norma della Legge di bilancio del 2024 che riduceva l’importo annuale da 90 a 70 euro. Una norma poi abrogata dal successivo decreto legislativo del 5 novembre 2024, numero 174.
Un tema, quello del canone Rai, che da sempre è attenzionato da Forza Italia. Il perché è logico: alla Rai per fare fronte al minore incasso (la stima è di oltre 400 milioni di euro) non resterebbe altro che alzare il tetto pubblicitario, andando così a invadere il campo delle concorrenti, in primis le emittenti private come Mediaset.
Il legame tra Forza Italia e Mediaset, e dunque alla famiglia Berlusconi, è ancora fortissimi: eredi e fratello dell’ex leader Silvio Berlusconi ancora oggi garantiscono di fatto la sopravvivenza economica agli Azzurri presentando fidejussioni milionarie alle banche per concedere linea di credito al partito guidato da Antonio Tajani.
Così non sorprende la reazione stizzita alla proposta leghista di Maurizio Gasparri, capogruppo del partito al Senato: “Ritengo che l’ammontare del canone Rai vada mantenuto per un equilibrio di mercato. Qualche anno fa il canone è stato ridotto e la Rai è stata risarcita con risorse del Tesoro e quindi dei cittadini. È una partita di giro che non serve a niente. Il servizio pubblico deve avere certezza di risorse come prevede l’European Media Freedom Act. Questo emendamento della Lega, quindi, non è in linea con la direttiva”, le parole di Gasparri.
Dall’altra parte la Lega con questa mossa tenta di ottenere di fronte all’elettorato una misura di bandiera: dalla legge di bilancio, firmata dal suo ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, di fatto il Carroccio ha ottenuto solo la “mini” rottamazione delle cartelle.