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New York, Papa Leone XIV sceglie la discontinuità per la diocesi: al posto del “trumpiano” Dolan il pro-migranti Hicks

New York, Papa Leone XIV sceglie la discontinuità per la diocesi: al posto del “trumpiano” Dolan il pro-migranti Hicks

Quella del 25 dicembre scorso è stata l’ultima messa di Natale come arcivescovo di New York per Timothy Dolan, che la notte di giovedì davanti a centinaia di fedeli che hanno affollato la cattedrale di St. Patrick sulla Fifth Avenue ha celebrato la rituale messa.

Dal prossimo febbraio al suo posto, costretto a lasciare per aver raggiunto l’età di pensionamento obbligatoria, siederà Ronald Hicks, 58 anni, attualmente vescovo di Joliet, in Illinois, che dovrà dunque guidare i due milioni e 800mila fedeli dell’arcidiocesi di New York, la seconda per popolazione degli Stati Uniti.

Incarico gravoso scelto per lui da Papa Leone XIV, col pontefice statunitense che ha voluto imprimere una decisa svolta all’arcidiocesi della ‘Grande Mela’: al posto di Dolan, amico del presidente Usa Donald Trump e considerato tra le figure di spicco del cattolicesimo conservatore negli Stati Uniti, nonostante molte aperture alla comunità Lgbtq, arriva un pastore di lingua spagnola con esperienza missionaria in El Salvador, dove ha seguito un programma per gli orfani.

A New York Hicks, nato a Chicago come il pontefice Leone XIV e come Prevost missionario in America Latina e Caraibi, dovrà affrontare due questioni non da poco: una riguarda le oltre 1300 cause per abusi che sono costati alla diocesi 300 milioni di dollari, cifra che ha costretto il suo predecessore Dolan a vendere una lunga serie di beni ecclesiastici; l’altra riguarda invece i rapporti con l’amministrazione Trump.

Se infatti la Casa Bianca con l’insediamento del tycoon intensifica in tutto il Paese le misure anti-immigrazione, già criticate in alcune occasioni dalla Chiesa cattolica, Hicks al contrario è noto per le sue posizioni pro-migranti: lo scorso novembre Hicks aderì a un messaggio speciale della Conferenza Episcopale Usa che condannava i raid anti-immigrazione di Trump, che presero di mira in particolare la sua Chicago.

Un progressista, ma sempre restando ampiamente all’interno della dottrina della Chiesa di Roma. La sua posizione sull’aborto è netta: quando nel 2022 la Corte Suprema Usa annullò la storica sentenza Roe v. Wade sul diritto all’aborto su base federale, Hicks esultò definendola “una risposta a decenni di preghiere e sostiene la protezione della più innocente delle vite umane, il bambino nel grembo materno”.