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Kiev bombardata dai missili ipersonici russi, pesante attacco sull’Ucraina alla vigilia del vertice Trump-Zelensky

Firefighters put out a blaze after a drone hit a residential building during Russia’s night drone attack in Kyiv, Ukraine, night Saturday. Nov. 29, 2025. (AP Photo/Efrem Lukatsky)





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Firefighters put out a blaze after a drone hit a residential building during Russia's night drone attack in Kyiv, Ukraine, night Saturday. Nov. 29, 2025. (AP Photo/Efrem Lukatsky) Associate Press/ LaPresse Only Italy and Spain

Il vertice di domenica di Mar-a-Lago tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky, ennesimo faccia a faccia per discutere e portare avanti le trattative per terminare la guerra in Ucraina scoppiata dopo l’invasione russa nel febbraio 2022, non si apre in un contesto favorevole.

Nella notte tra venerdì e sabato 27 dicembre l’esercito russo ha pesantemente bombardato la capitale ucraina Kiev con missili e droni. Secondo il sindaco Vitali Klitschko almeno cinque persone sono state ferite, numero poi cresciuto a 22 dopo nuovi aggiornamenti: gli attacchi hanno causato interruzioni di corrente in una cittadina a circa 20 chilometri dalla capitale, Brovary, ma fortunatamente i sistemi di difesa sono entrati in funzione e non ci sono notizie di grossi danni.

Nel suo attacco l’esercito russo, secondo il Kyiv Independent, ha lanciato sulla capitale ucraina diversi missili ipersonici Kinzhal, quattro missili balistici Iskander e un gruppo di missili da crociera Kalibr.

“I rappresentanti russi partecipano a lunghi colloqui, ma in realtà sono i Kinzhal e gli ‘shahed’ a parlare per loro. Questo è il vero atteggiamento di Putin e della sua cerchia ristretta. Non vogliono porre fine alla guerra e cercano di sfruttare ogni occasione per causare all’Ucraina sofferenze ancora maggiori”, è stato il commento su X del presidente ucraino Volodymyr Zelensky dopo i raid russi di queste ore in cui sono stati lanciati quasi 500 droni – un gran numero di ‘shahed’- e 40 missili, compresi i Kinzhal”.

Questo dunque il contesto in cui si muoverà Zelensky in Florida, nella residenza di Donald Trump, per discutere dell’ultimo piano in 20 punti per fermare le armi in Ucraina. I principali nodi restano gli stessi: il futuro del Donbass, che il Cremlino vorrebbe interamente, anche i territori non ancora conquistati militarmente; le garanzie di sicurezza di Kiev, ovvero l’appoggio militare dei partner occidentali nel caso in cui la Russia dovesse nuovamente attaccare in futuro; il futuro politico del Paese, ovvero le possibilità di adesione all’Unione Europea o alla Nato.

Secondo Zelensky ogni nuova condizione dovrebbe comunque essere sottoposta alla cittadinanza ucraina con un referendum. Sarebbe pronto al 90% circa il piano di pace degli Stati Uniti in 20 punti secondo Zelensky. “Non è facile, ma dobbiamo avvicinarci al risultato desiderato con ogni incontro, con ogni conversazione”, ha spiegato venerdì il leader ucraino.

Alla vigilia del vertice. Donald Trump professa ottimismo. Il presidente Usa ha detto al New York Post a proposito di un accordo di pace che “abbiamo buone possibilità di riuscirci”. “Penso che vogliano farlo ora, e penso che la Russia voglia farlo. Ma ogni volta che uno vuole farlo, l’altro non vuole”, ha aggiunto Trump.

Oggi intanto la fase preparativa dell’incontro di Mar-a-Lago prevede una chiamata tra la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, Volodymyr Zelensky e altri leader dell’Ue: sarà assente Donald Trump.