Era l’altra grande partita del Consiglio europeo terminato nella notte, parallela a quella sull’uso degli asset russi congelati in Europa, ed in particolare nella società belga Euroclear, per finanziare l’Ucraina.
Alla fine i capi di Stato e di governo dei Paese dell’Unione hanno deciso di non decidere, di rimandare a gennaio per evitare uno strappo politico che avrebbe fatto saltare in aria anche l’altro complicato accordo proprio sul finanziamento a Kiev.
Dell’accordo di libero scambio col Mercosur, il mercato comune sudamericano di cui sono membri Argentina, Bolivia, Brasile, Paraguay e Uruguay, se ne riparlerà il prossimo anno.
Impossibile infatti raggiungere una intesa con due big dell’Unione, Francia e Italia, apertamente contrarie alla firma per non scontentare in patria il proprio settore agricolo. Anche per questo giovedì migliaia di agricoltori hanno organizzato una protesta con i trattori a Bruxelles, dove era in corso il Consiglio europeo.
Un ruolo chiave nel rimandare l’accordo lo ha avuto proprio l’Italia e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. La premier ha telefonato giovedì al presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva: allo storico leader della sinistra brasiliana Meloni ha garantito la firma dell’accordo a gennaio, tempo necessario per rassicurare gli agricoltori italiani che non verranno danneggiati dalla concorrenza sudamericana.
Una telefonata necessaria a impedire la rottura totale del tavolo, dato che Lula dopo le prime indiscrezioni su uno slittamento del voto al Consiglio Ue aveva spiegato che il Brasile si sarebbe tirato indietro non favorendo nessun altro accordo.
L’accordo di libero scambio transatlantico tra Unione Europea e cinque Paesi del Mercosur – Brasile, Argentina, Uruguay, Paraguay, Bolivia – eliminerebbe progressivamente i dazi su quasi tutti i beni scambiati tra i due blocchi nei prossimi 15 anni. In fase di negoziazione da ormai 25 anni, riguarderebbe un mercato di 780 milioni di persone e un quarto del prodotto interno lordo mondiale.
Per l’Europa l’accordo Mercosur consentirebbe l’accesso a condizioni migliori ad un mercato enorme per le proprie esportazioni, in particolare per quelle sottoposte a dazi elevati come auto, vino e abbigliamento. Ma l’intesa permetterebbe anche accordi sulle materie prime di cui il Sudamerica è ricco, il litio su tutte. A loro volta i Paesi del Mercosur avrebbero così la possibilità di aumentare le esportazioni dei loro prodotti alimentari verso, questione che trova l’ostacolo proprio degli agricoltori italiani e francesi, oltre agli allevatori nel settore della carne che temono la concorrenza sleale sudamericana.