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Manovra, la retromarcia del governo sulle pensioni: il passo indietro nella notte per evitare la crisi con la Lega

Manovra, la retromarcia del governo sulle pensioni: il passo indietro nella notte per evitare la crisi con la Lega

Avevamo scherzato. La notte ha portato consiglio al ministero dell’Economia e, per evitare una clamorosa rottura tra il leghista Giancarlo Giorgetti e lo stesso Carroccio, che minacciava di non votare il maxiemendamento alla manovra e aprire di fatto una crisi di governo, il testo è stato sostanzialmente cancellato nella parte in cui si introduceva una indigeribile, per la Lega, mazzata sulle pensioni.

L’annuncio è arrivato tramite il ministro dei rapporti con il Parlamento Luca Ciriani a margine di una serie di riunioni in Senato dopo la sospensione della commissione Bilancio. “La decisione della maggioranza è quella di stralciare gran parte del famoso emendamento 4.1000, di far sopravvivere solo la parte relativa al Pnrr e all’iperammortamento, tutto il resto verrà trasfuso in un decreto che verrà approvato la settimana prossima”, ha spiegato il ministro di Fratelli d’Italia.

In commissione Bilancio è stato dunque depositato un nuovo emendamento del governo alla manovra, privo della stretta sulle pensioni, dalla “finestra” per l’anticipo all’annosa questione del riscatto della laurea: il nuovo verrà portato in Consiglio dei Ministri “probabilmente la settimana prossima”, ha aggiunto Ciriani.

Oltre alla stretta sulle pensioni, stralciata nella sua interezza, dall’emendamento del governo alla manovra saltano anche le norme sul Tfr per i nuovi assunti. La misura, contenuta nella prima versione del maxiemendamento proposto dall’esecutivo, prevedeva l’adesione automatica alla previdenza complementare per i lavoratori dipendenti del settore privato di prima assunzione.

Ma sparisce anche una misura di sostegno fortemente richiesta dal mondo delle imprese: nel nuovo emendamento scompaiono le nuove risorse per 1,3 miliardi per finanziare il credito d’imposta Transizione 4.0, i cui fondi sono andati esauriti.

Il caos scoppiato in maggioranza è occasione facile per le opposizioni per attaccare l’esecutivo ed in particolare il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. L’esponente leghista “è stato completamente smentito dal suo stesso partito. Chiediamo che il ministro dell’Economia venga immediatamente in Parlamento: se non è più in grado” di fare il ministro dell’Economia “rassegni le dimissioni, se è ancora in grado venga in commissione e ci dica come si va avanti perché la commissione è in gravissimo ritardo e in queste condizioni sarà difficilissimo essere in Aula lunedì mattina”, sono le parole al veleno del capogruppo Pd al Senato Francesco Boccia.

Dello stesso avviso la capogruppo di Italia Viva Raffaella Paita. “Siamo di fronte a un clamoroso autogol politico di questo governo, se Giorgetti avesse un po’ di dignità si dimetterebbe domattina, io me ne andrei”, commenta la renziana, mentre per il capogruppo M5S al Senato Stefano Patuanelli “non è che è successo un fatto nuovo, salta per una questione politica interna alla maggioranza e alla Lega”.