X

Ahmed El Ahmed, l’eroe di Bondi Beach che ha affrontato i terroristi: musulmano, fuggito dalla Siria, celebrato anche da Trump

FOTO DA FACEBOOK (CHRISS MINNS)

FOTO DA FACEBOOK (CHRISS MINNS)

Ahmed El Ahmed passava di lì quando si è consumata la strage: quando due uomini considerati legati all’Isis hanno aperto il fuoco sulla folla provocando due vittime a Sydney, facendo ripiombare l’Occidente nell’incubo del terrorismo islamista. Se da una parte è innegabile la natura antisemita dell’attacco – presumibilmente legato alle operazioni militari di Israele nella Striscia di Gaza scattate dopo gli attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023, che hanno causato oltre 70mila vittime – è anche vero che Ahmed El Ahmed, che non ha esitato a intervenire, è musulmano. È convalescente, è stato operato chirurgicamente per le ferite riportate.

Era domenica sera in Australia, domenica mattina in Italia quando due uomini hanno cominciato a sparare su una delle spiagge più popolari e frequentate di Sydney, Bondi Beach. Quella gente era radunata per l’Hanukkah, una delle festività più importati per la religione ebraica, la “festa delle luci” che dura otto giorni e che risale alla riconversione al culto ebraico del tempio di Gerusalemme. L’evento era stato chiamato “Hanukkah in riva al mare”, oltre mille persone sulla spiaggia.

Ad aprire il fuoco padre e figlio, Sajid Akram e Naveed Akram, 50 e 24 anni. Il primo è morto nello scontro a fuoco con la polizia, il ragazzo è ricoverato in gravi condizioni. Sequestrate quattro armi sul luogo della strage. Ritrovati anche degli esplosivi artigianali in un’automobile riconducibile ai due terroristi. Il 24enne è cittadino australiano, schedato nel 2019 perché sarebbe stato vicino a persone considerate pericolose e legate a una cellula locale del sedicente Stato Islamico.

Almeno 16 le vittime, tra cui uno degli attentatori. Anche l’assistente rabbino, Eli Schlanger, che aveva organizzato l’incontro è morto nell’attacco. El Ahmed invece di fuggire è intervenuto, si è nascosto ed è avanzato tra le macchine parcheggiate, e ha aggredito l’assalitore. Lo ha disarmato e gli ha puntato il fucile contro: non ha sparato. Quando l’attentatore ha raggiunto il padre, El Ahmed è stato colpito, ferito alla mano e al braccio. È stato soccorso a sua volta da un passante.

Il video dell’azione è diventato virale sui social. “È la scena più incredibile che abbia mai visto – ha commentato Chris Minns, primo ministro dello Stato del Nuovo Galles del Sud, che ha postato una foto scattata in ospedale con Ahmed – Un uomo che si avvicina a un uomo armato che aveva sparato contro la comunità e, da solo, lo disarma, mettendo a rischio la propria vita per salvare quella di innumerevoli altre persone. È un vero eroe e non ho alcun dubbio che, grazie al suo coraggio, questa sera ci siano moltissime persone ancora vive”.


Si è scatenata la caccia all’appropriazione dell’eroe. Perfino il premier israeliano Benjamin Netanyahu si era scomodato per “l’eroismo ebraico al suo livello più alto. Ho visto un video di un ebreo che si avventava su uno degli assassini”. Un sito creato dall’Intelligenza Artificiale lo aveva identificato come Edward Crabtree. Con il passare delle ore è stato identificato: 44 anni, padre di due bambine, commerciante, proprietario di un negozio che vende tabacco a Sutherland, a 26 chilometri da Sydney. “Ahmed è stato operato, ma i medici hanno assicurato che si riprenderà presto”, ha spiegato il cugino prima che parlasse lui stesso.

Ha confermato di essere musulmano, arrivato dalla Siria, originario di Idlib, che per ottenere la cittadinanza ha tribolato non poco, che si trovava in zona per un caffè con un cugino. “Morirò, dite alla mia famiglia che sono sceso per salvare la vita delle persone”, aveva detto al The Sydney Morning Herald. Una raccolta fondi per lui sulla piattaforma GoFundMe ha raccolto oltre un milione di dollari di cui quasi 100mila soltanto dall’imprenditore William Ackman, CEO di Pershing Square Capital Management. Perfino il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha celebrato il suo coraggio. “Non fa distinzioni tra una nazionalità e l’altra. Soprattutto qui in Australia, non c’è differenza tra un cittadino e l’altro”, hanno detto i genitori ad ABC. Ahmed El Ahmed ha subito un intervento chirurgico, dovrebbe subirne altri due.

“Questo non è strano per un siriano, la comunità è adorabile, solidale, con legami forti. Abbiamo rifiutato l’ingiustizia e la persecuzione [in Siria, ndr] e non è strano che uno di noi abbia avuto la sensazione: ‘No, non guarderò, morirò per aiutare'”, ha dichiarato al Guardian Lubaba Alhmidi AlKahil, portavoce dell’Associazione Australiani per la Siria. “Come musulmani, ogni volta che c’è un attacco ci diciamo: ‘Oh no, la gente dirà che sono i musulmani ad essere cattivi.Abbiamo paura di uscire di casa se veniamo accusati. Ma la nostra religione è una religione di pace e noi siamo un popolo molto pacifico. Questo lo dimostra”.