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“In Cisgiordania piano di pulizia etnica”, l’accusa dei parlamentari PD

AP Photo/Mahmoud Illean – Associate Press/ LaPresse

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In Cisgiordania la pulizia etnica passa anche per lo sport. «Abbiamo fatto una visita in Cisgiordania dal 23 al 28 novembre. Abbiamo girato in varie città e incontrato molte personalità politiche, il mondo delle università e delle Ong e il mondo dello sport. Perché la visita nasce dall’invito che Marco Berruto ha ricevuto dal comitato olimpico palestinese. Ritorniamo in Italia con l’impressione che la Cisgiordania è strangolata da un regime del terrore imposto da Benjamin Netanyahu che si basa su arbitrio e violenza, espropriazioni, sorveglianza capillare e compressione di ogni libertà di movimento. Questo per rendere impossibile la vita dei palestinesi e per costringerli ad andarsene. Questo viene fatto in pieno stile di pulizia etnica».

A denunciarlo è Laura Boldrini, parlamentare Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo, nella conferenza stampa alla Camera organizzata dai parlamentari dem che hanno partecipato alla missione in Cisgiordania. Alla Conferenza stampa sono intervenuti il responsabile Sport del partito Mauro Berruto, le deputate Ouidad Bakkali, Sara Ferrari e Valentina Ghio, e l’ex ministro dem Andrea Orlando. «Il principio di pulizia etnica si manifesta anche nello sport, la carta olimpica è costantemente violata», ha sottolineato Berruto. «Chi ha visto ha il dovere di raccontare, noi ci troviamo davanti a un piano di pulizia etnica», ha incalzato Orlando. Bakkali, raccontando l’incontro con i parlamentari di opposizione alla Knesset, ha parlato di «leggi fascistissime» e di «emergenza Matteotti». «Sono saltati tutti gli argini dello stato di diritto», ha aggiunto.

Boldrini è tornata inoltre su alcuni momenti di tensione vissuti durante la missione. «Nel viaggio tra la Cisgiordania e Gerusalemme – ha raccontato – abbiamo sentito una forte esplosione mentre procedevamo verso un gate che era stato chiuso. L’Idf ha lanciato bombe stordenti contro le macchine e ci siamo rifugiati in una stradina vicina, e poi da una famiglia palestinese. Abbiamo informato il console e l’ambasciata. Poi, all’apertura del gate, siamo tornati al nostro pulmino e siamo tornati a Gerusalemme. La nota della Farnesina dice che siamo stati trasferiti su una macchina del console e che siamo stati scortati. Noi siamo assolutamente sorpresi dalla versione della Farnesina che non corrisponde ai fatti che sono accaduti».

«All’arrivo a Tel Aviv, all’aeroporto, siamo stati bloccati per oltre due ore e interrogati. Ci hanno chiesto di assumerci la responsabilità per iscritto di non fare nessuna attività contro lo stato di Israele, ovviamente non ho firmato niente ma questo è il clima», ha proseguito Boldrini. «Quando i ministri degli esteri di Germania, Gran Bretagna e Italia scrivono a Netanyahu chiedendo di bloccare i coloni – ha aggiunto – allora questo è il massimo dell’ipocrisia. Il governo è un governo di coloni. I ministri dovrebbero impedire tutto questo con sanzioni, con lo stop alla vendita di armi a Israele e ai rapporti commerciali con Israele. Se non c’è una pressione esterna il clima peggiora sempre di più». Nel corso della conferenza stampa, i parlamentari hanno anche mostrato un video in cui il figlio di Marwan Barghouti chiede sostegno al «popolo italiano per la liberazione del padre». «Noi stiamo con Marwan Barghouti e non con i coloni», ha concluso Boldrini.