I propositi trumpiani di esigere vendetta contro i suoi presunti “nemici”, ovvero tutti coloro che hanno indagato su di lui negli scorsi anni in relazione all’assalto dei suoi supporters a Capitol Hill il 6 gennaio 2021, nel tentativo di impedire il riconoscimento ufficiale delle presidenziali vinte da Joe Biden, per il momento sono parzialmente falliti.
Nella solita foga della Casa Bianca di perseguire gli “oppositori”, l’incapacità dell’amministrazione Trump ha portato all’archiviazione delle indagini nei confronti di due tra i personaggi più detestati dal presidente: l’ex direttore dell’Fbi James Comey e la procuratrice di New York Letitia James.
Il motivo? La nomina da parte di Trump dell’ex reginetta di bellezza Lindsey Halligan a procuratrice a capo dei casi “non è valida”. Lo ha stabilito un tribunale federale statunitense, che ha così archiviato i casi contro Comey (accusato di falsa testimonianza e intralcio ai lavori del Congresso) e James (accusata di frode bancaria e falsa testimonianza).
Il tribunale ha stabilito che il pubblico ministero che aveva presentato le accuse per entrambi, Lindsey Halligan, era stata nominata illegalmente dal dipartimento di Giustizia. In particolare, si legge nella sentenza, il presidente ha violato le leggi che limitano la capacità del dipartimento di Giustizia di nominare procuratori di alto livello senza la conferma del Senato.
Halligan è una ex avvocata di Trump senza alcuna esperienza nel ruolo dell’accusa, scelta da Trump per guidare il tribunale federale del distretto orientale della Virginia (quello che ha presentato le accuse contro Comey e James) esclusivamente per la sua fedeltà al presidente. La nomina di Lindsey Halligan era arrivata infatti a sostituzione di Erik Siebert, che a sua volta aveva subìto pressioni da Trump per indagare su James.
Le indagini su Comey e James sono tra quelle più seguite e note tra i “nemici” di Trump. L’ex direttore dell’Fbi guidò le indagini sui tentativi della Russia di influenzare le elezioni presidenziali del 2016 a favore di Trump, mentre Letitia James nel 2024 aveva condotto le indagini e rappresentato l’accusa nel processo in cui Trump era stato condannato a pagare alla città di New York un risarcimento di 450 milioni di dollari (circa 415 milioni di euro) per frode finanziaria.