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La Lega rilancia la sua battaglia, stretta sulla cittadinanza: requisiti più rigidi e “test di integrazione” ai 18enni

Foto Cecilia Fabiano/LaPresse

Foto Cecilia Fabiano/LaPresse

In preda ad una lunga crisi di consenso, stritolata a destra da Fratelli d’Italia ma in lotta perenne con Forza Italia quantomeno per il secondo posto nella coalizione di destra, la Lega torna a puntare su un suo storico cavallo di battaglia.

Il partito di Matteo Salvini ha presento alla Camera un testo che vuole introdurre una stretta rispetto alle norme attualmente in vigore sulla cittadinanza per gli immigrati e sui ricongiungimenti.

Una serie di proposte che vanno in senso opposto a quello di Forza Italia e da Antonio Tajani, che più volte, salvo poi rimangiarsi le sue stesse battaglie, aveva rilanciato l’idea dello Ius Scholae, ovvero la cittadinanza dopo dieci anni di studi “con profitto”.

La proposta della Lega

Il Carroccio invece vuole il contrario, ovvero una ulteriore stretta alle attuale normative. Il testo è stato presentato giovedì 20 novembre e porta la firma di Jacopo Morrone, segretario della commissione Giustizia alla Camera.

L’obiettivo della proposta di legge è quello di cambiare, in senso restrittivo, alcune delle norme presenti nella legge sulla del 1992 e nel testo unico sull’immigrazione del 1998 così da rendere più difficili i requisiti per chiedere la cittadinanza sia per i minori che per gli adulti e, contestualmente rendere più rigorose modalità e cause della sua revoca.

La stretta su cittadinanza e ricongiungimenti

In particolare si prevede di aumentare da due a 4 anni il periodo di legale in Italia per poter chiedere cittadinanza italiana al raggiungimento della maggiore età. Per chi da “straniero” nasce in Italia e vi risiede fino al compimento dei 18 anni, si propone il superamento di un “test di integrazione”.

La proposta Morrone intende poi limitare i ricongiungimenti, cioè la possibilità per lo straniero regolarmente soggiornante in Italia di far venire nel Paese i propri familiari all’estero. Nel testo il Carroccio chiede di escludere dal “novero dei familiari ricongiungibili le persone che nella propria vita attiva non hanno fornito alcun contributo al progresso della comunità nazionale italiana e che, ragionevolmente, possono determinare un aumento degli oneri in termini di prestazioni sociali anziché rappresentare un sostegno per la collettività”, le parole utilizzate nella relazione di accompagnamento della proposta di legge.

Il riferimento è ai genitori a carico, “per i quali attualmente è possibile il ricongiungimento qualora non abbiano altri figli nel Paese di origine o di provenienza”, e quelli over 65 anni, “per i quali attualmente è possibile il ricongiungimento qualora non abbiano altri figli nel Paese di origine o di provenienza”