La decisione del collegio di appello

Taglio dei vitalizi, i grillini esultano ma è l’ennesima deriva populista

Smentito il provvedimento che abolì il taglio dei vitalizi: i grillini esultano, ma è l’ennesima deriva populista contraria ai principi di diritto

Politica - di Paolo Comi

18 Luglio 2025 alle 14:30

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Foto Roberto Monaldo / LaPresse
Foto Roberto Monaldo / LaPresse

I grillini dunque non sono mai andati via da Montecitorio. Ed il loro populismo da bar continua a fare danni. “Da quando l’Italia è diventata una Repubblica, nessun tribunale ha mai emesso una sentenza del genere”, afferma Giuseppe Gargani, presidente dell’associazione ex parlamentari, commentando la decisione del Collegio d’appello di Montecitorio di respingere, martedì sera, i ricorsi presentati da oltre un migliaio di suoi colleghi sul taglio dei vitalizi. “Si tratta di una sentenza politica emessa dai giudici privi di autonomia, di terzietà e di imparzialità, requisiti previsti dalla Costituzione e dai trattati europei”, ha aggiunto Gargani, facendo appello a tutti i giuristi di valutarla nel merito per difendere le prerogative del Parlamento.

Ed in effetti è molto difficile, anche per i più esperti, comprendere il percorso argomentativo del Collegio di appello della Camera, presieduto da Ylenja Lucaselli (FdI) e composto da Ingrid Bisa (Lega), Pietro Pittalis (Forza Italia), Marco Lacarra (Pd) e Vittoria Baldino (M5s), che ha smentito il provvedimento del Senato con cui, nel 2022, venne invece abolito il taglio dei vitalizi per gli ex senatori. “Questa grave irregolarità vigente solo per gli ex deputati fa emergere il permanere di un rancore nei confronti di chi ha onorato il Parlamento per il passato e ha diritto al rispetto dei propri diritti”, ha quindi aggiunto Gargani, ricordando ancora una volta che nessuno aveva chiesto privilegi particolari, ma solo equità nei tagli. La decisione del Collegio è, senza ombra di dubbio, una vittoria dei grillini e dei loro giornali di riferimento, ad iniziare dal Fatto Quotidiano, che per giorni, in prossimità della sentenza, ha martellato con una campagna senza quartiere per difendere la delibera di Roberto Fico contro l’odiata casta. “Era il 2018. Ero stato eletto presidente della Camera da poche settimane, ma la decisione di superare i vitalizi era una delle prime cose che avevo deciso di portare a termine”, ha subito commentato l’ex primo inquilino di Montecitorio. “Nessuna vendetta, nessuna punizione. Solo giustizia e uguaglianza. La delibera mette fine a un odioso privilegio e fa risparmiare decine di milioni di euro alla Camera”, ha aggiunto Fico, sottolineando che sono oltre cento i milioni di euro risparmiati dal 2019 a oggi.

Nel giorno del trionfo grillino, non poteva mancare la dichiarazione di Giuseppe Conte: “Abbiamo ottenuto un risultato importante su una storica battaglia del M5s, abbiamo salvato il taglio dei vitalizi voluto dal M5s”. Secondo il Collegio di Montecitorio, il vitalizio, non essendo un trattamento pensionistico, può essere modificato a piacimento anche “ex post” ed in modo peggiorativo senza particolari motivazioni. È sufficiente, infatti, dichiarare l’interesse pubblico al contenimento delle spese per avallare tagli draconiani, pari in alcuni casi al 90 percento. Con tanti ringraziamenti a chi invece rivendicava il principio di “affidamento”. “Forza Italia prende atto della decisione del Collegio e non entra nel merito delle valutazioni giuridiche, frutto senz’altro di un attento esame delle questioni che le parti hanno sottoposto al suo vaglio”, ha commentato Raffaele Nevi, portavoce del partito e vicecapogruppo alla Camera. “Adesso però abbiamo due distinti criteri, uno per la Camera e un altro per il Senato, che non giustifica questa disparità di trattamento e sul quale deve intervenire la politica”, ha aggiunto Nevi.

Questa mattina, comunque, si terrà a Roma la riunione dell’Ufficio di presidenza dell’Associazione degli ex parlamentari. A seguire è prevista una conferenza stampa a Montecitorio nell’ambito della quale saranno illustrati gli atti formali e le procedure conseguenti deliberate dall’organo. L’avvocato Maurizio Paniz, deputato per tre legislature con incarico di curare i ricorsi, ha già annunciato che continuerà la battaglia con un ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo. Ma i tempi si preannunciano lunghi, con il rischio che la decisione arrivi quando molti ricorrenti, per motivi anagrafici, non ci saranno più.

18 Luglio 2025

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